MUSEO G. MARONGIU - CABRAS -
I giganti di Mont'e Prama
Da poco ho visitato il Museo Marongiu di Cabras con l'intento di vedere dal vivo gli ormai famosi "Giganti di Mont'e Prama.
Nonostante il museo ospiti al momento solo una parte delle statue e di altri materiali archeologici (in attesa che venga completato l'ampliamento dell'edificio) la visita è stata di grande impatto emotivo.
Non mi dilungo ulteriormente ma lascio che le immagini parlino per me.
Riporto fedelmente la descrizione di un paio di pannelli esposti all'interno del museo:
"Le sculture di Mont’e Prama
L’impatto emotivo che suscita il loro incontro è molto forte. Spinge, per il momento, al silenzio. Sorge, in questo momento, la domanda: cosa rappresentano? Cosa ci pare possano rappresentare?
Le sculture sono giunte a noi smembrate in 5178 frammenti, ma molti ancora ne mancano, forse distrutti, forse dispersi. Percezione di visi, braccia, busti. Corpi fratturati, smembrati, scomposti: così ci sono apparse nel rinvenimento.
Un movente a noi sconosciuto guidò le mani che le ridussero in frantumi.
Un dato appare evidente. Le statue furono straziate per distruggere la loro capacità di trasmettere senso. Per impedire loro di veicolare la potenza simbolica di cui erano portatrici e custodi.
A contrastare la violenza, è un atto d’amore a riportare in vita le statue: il restauro, che ha saputo dare ai frammenti l’opportunità di ricongiungersi, tornando ad essere individui. E di riacquistare la propria potenza simbolica.
Sono così riuscite a riprendere una postura eretta e a ricomporre la propria fisionomia, benché parzialmente mutilata. Nessuna statua infatti appare totalmente ricostruibile.
Sono ricomparse figure umane: arcieri, guerrieri, ‘pugilatori’. Con esse, modelli di nuraghi semplici e di nuraghi complessi (cioè a più torri). E infine i metili troncoconici.
Dopo averle aiutate a risollevarsi, ora dobbiamo aiutarle a comunicare.
Non sarà impresa semplice. Ci manca, anche solo per nominarle e descriverle, l’universo linguistico che risuonava intorno a loro.
Proveremo comunque a parlare, in vece loro. Traducendole, nell’intento di non tradirle.”
"Che cosa rappresentano le sculture?
Per raggiungere l’intento, dobbiamo restare emotivamente accanto alle sculture. La loro voce, così, ci raggiunge chiara. Dicendoci chi e cosa esse intendono rappresentare.
Le figure umane mostrano individui adulti di sesso maschile. Sono armati e abbigliati con estrema cura e non possono esservi dubbi sul loro rango. Sono personaggi di lignaggio non comune. Li abbiamo definiti arcieri, guerrieri e ‘pugilatori’. Ma il termine ‘guerrieri’ può essere impiegato in senso più generale: infatti, in tutte le società del mondo antico i guerrieri occupano una posizione di assoluto rilievo nella scala gerarchica e sono custodi ed essi stessi detentori del potere politico.
I corpi sono in atteggiamento solenne, segno eloquente che gli individui rappresentati si predispongono all’incontro col sacro. E’ un atteggiamento compatibile con altre coeve rappresentazioni a noi note, tra cui spiccano quelle dei bronzetti nuragici."
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